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lunedì 15 dicembre 2014

I BioFurbi e Report

Stamattina ci sembrava doveroso spendere due parole sulla puntata di ieri sera di REPORT dedicata agli BIOFURBI del mondo cosmetico (trovi la puntata qui)

La prima considerazione è che FINALMENTE un canale di comunicazione importante come la TV dice chiaramente che bisogna DIFFIDARE da quello che c'è scritto nella parte più decorata e vistosa dell'etichetta e girare la confezione per leggere la lista degli ingredienti per scoprire quanto è veramente "Naturale" un cosmetico, purtroppo però, secondo noi l'argomento è stato trattato con un po' troppa superficialità, quindi ci teniamo a sottolineare alcuni punti salienti:

- è tristemente vero che non esiste un "protocollo ufficiale" per definire cos'è un cosmetico eco-bio per cui lo stesso prodotto che risulta certificabile per un ente potrebbe non esserlo per un altro ente, ma va anche considerato che le differenze spesso risiedono sul fatto che ciascun ente punta più su un aspetto derogano magari su un altro, ma sempre basandosi su principi ben più restrittivi rispetto a quelli della tradizionale cosmesi ed assicurando comunque un prodotto più sicuro, più ecologico e più sano per l'ambiente!
Ci dispiacerebbe se alcuni da queste discrepanze avessero colto un messaggio tipo "alla fine queste certificazioni non vogliono dire niente!"

- Purtroppo nessuno ha detto che queste certificazioni costano parecchio, e se sommiamo il costo della certificazione al costo già più alto delle materie prime, per molti piccoli produttori artigiani il tutto si trasforma in una spesa insostenibile e contraria ai propri principi.
Esistono aziende che rispettano appieno le norme imposte dagli enti certificatori, sono sostenibili non solo come scelta degli ingredienti da utilizzare nei preparati, ma anche per le politiche di produzione e di impacchettamento che usano, ma preferiscono mantenere un prezzo basso senza aggravarlo del costo di una certificazione.

- Riteniamo che il solo essere certificati o il solo usare ingredienti da coltivazione biologica non sia sufficiente a definire un cosmetico eco-biologico. Anche tutta la filosofia dell'azienda che sta alle spalle del cosmetico conta! Realtà che riscoprono e rivalorizzano il patrimonio tradizionale italiano, che stimolano ed incentivano la produzione biologica e biodinamica italiana, che puntano ad un marketing onesto e rispettoso degli altri, che credono in quello che fanno e non si limitano a sfruttarlo per seguire il mercato hanno sicuramente un plus valore difficilmente ascrivibile ad una qualunque certificazione!

- Le risposte di alcune "commesse" riguardo ai cosmetici che proponevano erano imbarazzanti. Purtroppo spesso il consumatore è più informato del commesso che lo sta servendo e a cui sta chiedendo un consiglio! Noi cerchiamo sempre di documentarci e studiare per essere sempre più preparati; non è facile e non sempre siamo all'altezza delle domande che ci fate, ma amiamo il confronto e la crescita costante!

- Tralasciamo i discorsi sulle certificazioni Cruelty Free e Nickel Tested che darebbero spazio a discussioni ben più approfondite

Dopo il video abbiamo letto da più parti domande del tipo "Ma allora di quali aziende dobbiamo fidarci?"

la risposta secondo noi è molto semplice: prima di tutto bisogna imparare a conoscere le aziende ed i prodotti che producono, capire come lavorano, dove lavorano, quali ingredienti usano e quali rifiutano, e quanto sono disposte a dare risposte, poi dopo aver conosciuto le aziende sarà facile capire se ci si può fidare o no!

Noi ci fidiamo delle aziende che abbiamo scelto per il nostro sito, ma è necessario che ciascuno sviluppi il proprio giudizio critico!

Ci piacerebbe sapere cosa ne pensate voi!


Avevamo già parlato della differenza tra Naturale e Biologico qui>>

2 commenti:

  1. E' un discorso ampio e complesso. Premetto che ho volontariamente omesso di guardare la trasmissione perché non penso che una questione del genere possa essere affrontata in modo esaustivo in 2 ore di trasmissione. Impossibile sentire tutte le campane, impossibile ricreare un quadro generale pertinente in grado di chiarire le cose. C'è il rischio di creare più dubbi che certezze. Il mio pensiero è che un consumatore attento a queste tematiche debba trovare da solo le risposte, senza scorciatoie.

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